THINK GLOBAL, DRINK LOCAL!!
Monaco di Baviera conta 6 birrifici ancestrali. I resoconti ufficiali li elencano in ordine alfabetico per fugare ogni sospetto di classifica: Augustiner fondata nel 1328, Hacker-Pschorr dal 1417, Hofbrau, anno 1589, Lowenbrau dal 1746, Paulaner anno 1634 e Spaten 1397. Nomi che pesano più di quelli delle aziende automobilistiche o delle squadre di calcio di Monaco, non solo durante l’Oktoberfest. L’unico simbolo della città veramente famoso in tutto il mondo è la birra.
Nessuno vedeva in Steffen Marx un concorrente quando nel 2006, in un garage nel quartiere di Giesing, produceva una birra al gusto di lampone: oggi però, la Giesinger Brau si è ingrandita ed è pronta a sfidare i grandi birrifici di Monaco.
Il sogno di Steffen è iniziato nel Dicembre 2019. “Il tank di ammostamento là dietro, il tino di cottura di fronte”. Marx stava attraversando il cantiere che presto sarebbe diventato il settimo birrificio di Monaco. Una dozzina di serbatoi di fermentazione allineati in corridoi alti come un palazzo, un impianto di imbottigliamento grande come diversi carri merci era ancora in attesa di essere assemblato, le tubature per l’acqua e per il mosto aspettavano di essere collegate. Ma la zona più importante era dove lavorava una trivella; “quello”, dice Marx, “è l’ostacolo naturale per la produzione della Hell di Monaco”.
Le caratteristiche dell’acqua che fanno di un birrificio di Monaco un birrificio autorizzato a produrre una Munchner Hell richiedono una “pugnalata” attraverso le ere della terra, in profondità nella piana di ghiaia sotto la città, fino al periodo Terziario. Solo con questo ingrediente, estratto dal suolo di Monaco, la birra può definirsi birra di Monaco e quindi poter ambire a diventare la “settima sorella” e partecipare all’Oktoberfest.
Aprile 2020, il cantiere si sta gradualmente trasformando in una birreria. L’impianto di imbottigliamento è stato assemblato, i tubi collegati. Si inizia a produrre le prime cotte. Non si sa come finirà la storia di Steffen Marx su cui si sta molto parlando a Monaco e non solo, ma si può dire già che entrerà nei libri di storia della città. L’unica domanda è come: il più giovane ambasciatore della birra di Monaco, fondatore del suo settimo grande birrificio? Come il birraio furioso che ha sfidato le “grandi sorelle”? O come colui che ha dato l’impulso per assicurare le vecchie tradizioni per qualche altro secolo?
Fonte testi e foto: SZ-Magazin. 15.09.22 numero 37/22