La storia di Vinchio Vaglio è la storia dell’amore dei loro abitanti per una terra difficile, magra, dai pendii così accentuati da dover ammettere quanto siano credibili detti come: S’ot dròca la colassion, ‘t la treuvi pì! (Se ti cade la merenda non la trovi più!), o ancora: S’ot dròca ël bertin, ot toca curije drera fin ant la val! (Se ti scivola il berretto devi inseguirlo fino a valle!); una terra le cui vigne scoscese e a strapiombo ai margini dei boschi sono state educate a prezzo di fatiche inenarrabili, dove ogni goccia del rubino di Vinchio (così si è soliti chiamare la Barbera) equivale a mille (e forse son poche) gocce di sudore versato. Ma è proprio con quello che la vigna sa dare che tanta dedizione viene ripagata; questi filari sono capaci di consegnare alle laboriose mani degli uomini uve rare ed eccezionali. Perché su queste colline il sole brilla tutta la giornata, le brine e la nebbia sono assenti e il filare fa ombra solo a sé stesso dall’alba al tramonto. Su queste colline nascono i grandi vini. La Cantina Cooperativa, costituita il 26 febbraio 1959 da 19 viticoltori di Vinchio e Vaglio Serra, può contare oggi su 192 soci conduttori di circa 470 ettari di vigneto di cui quasi 280 a Barbera. Compito primario della Cantina fin dai primi anni di attività è stato quello di assistere il viticoltore nel suo difficile e delicato lavoro, dalla potatura fino alla raccolta. “Non si valuta però solo il grado zuccherino – spiega il presidente Lorenzo Giordano – ora possiamo anche radiografare l’uva per valutarne il potenziale qualitativo, esaminando in poco tempo cinque, sei o più parametri che servono per inviare le uve a linee di lavorazione diverse a seconda delle loro caratteristiche”. “La vera rivoluzione – aggiunge Giordano – è stata comunque quella del ritorno in vigna con servizi di assistenza tecnico-agronomica per consigliare cosa piantare e come, e soprattutto indicare le linee di difesa da virosi e malattie, utilizzando soprattutto la selezione”. A fronte di questo impegno, i soci conferiscono il 100% delle proprie uve nella miglior condizione possibile. Le vigne dei soci della Cantina sono coltivate a Barbera, il cosiddetto Rubino di Vinchio, per circa il 70% dell’intera produzione aziendale ed a vitigni autoctoni del Piemonte meridionale come Nebbiolo, Dolcetto, Ruché, Albarossa, Grignolino, Arneis, Cortese, Moscato, Brachetto, Freisa e Bonarda a cui si sono aggiunti negli ultimi anni alcuni vitigni internazionali che si sono ben adattati ai terreni delle colline del sud Astigiano come Pinot Nero, Chardonnay, Sauvignon e Viognier. I vigneti di Vinchio Vaglio si estendono prevalentemente nei comuni di Vinchio e Vaglio Serra e, in parte più limitata, nei comuni limitrofi. Gran parte degli impianti si trovano su pendii molto ripidi, cosa che rende la loro lavorazione particolarmente ardua, ma offre il vantaggio di esposizioni ottimali che fronteggiano il sole nell’arco dell’intera giornata, garantendo ai grappoli un elevato tenore zuccherino che, insieme alla particolare composizione minerale dei terreni, garantisce quelle caratteristiche peculiari tipiche dei vini di assoluta qualità.